25^ Turin Marathon

Massimo Fedele GIRAU - Mercoledì 7 Dicembre 2011 15:06


Salve colleghi runner! Premetto che non sono come molti sanno un“maratoneta fanatico” e neanche uno “fissato" con tabelle,ripetute o lunghi; infatti le mie cinque maratone sono state preparate mediamente in un mese e mezzo tutte completate nell'arco dei 3h35 e 3h29 (Berlino). Anche questa mia ultima maratona di Torino e' stata preparata innanzitutto in solitaria come quella di Berlino dello scorso anno e, con soli cinque lunghi in un mese e mezzo e con pochissime ripetute. Ciò che mi ha convinto ad intraprendere questa nuova avventura è stata la voglia di fare almeno una maratona all’anno, per cui, quest’anno mi sono proposto di voler gareggiare nella maratona di Torino, una delle venti maratone più belle al mondo, così come dicono in tanti . Ho chiesto agli amici del mio gruppo sportivo se qualcuno era dell’idea di accompagnarmi in quest’ avventura ma purtroppo non ho trovato nessuno che mi assecondasse. Così come già detto pocanzi, mi sono organizzato in solitaria!!! Purtroppo il mio arrivo nella città sabauda non è stato dei migliori; infatti il cielo chiuso, con brutto tempo, non mi faceva ben sperare. Tuttavia già dal pomeriggio , nella zona di Piazza Castello e San Carlo, luoghi di distribuzione dei pacchi gara e del merchandising, con centinaia di atleti provenienti da tutta Italia l’atmosfera si fa’ elettrizzante e la voglia di concludere la maratona sempre più forte. Dopo aver ascoltato i vari consigli utili per il giorno della gara comincio i preparativi, compresi di calze e olio canforato, che i runner conoscono bene!!!!!! Nonostante la mia nonchalance dichiarata, ma in realtà poco praticata,la tensione comincia a farsi sentire, sia con una notte insonne, che con un crampo mattiniero al polpaccio destro che non presagisce nulla di buono. La mattina della gara mi si presenta con un bel cielo pulito e con il centro di Torino che si anima di runner per la maratona, ma anche di migliaia di corridori per la Stratorino. Purtroppo il traffico della città mi fà arrivare ai nastri di partenza (3200 partecipanti) con soli 10 minuti di anticipo, per cui mi gioco stretching e riscaldamento ma riesco a godermi , anche se non appieno, il clima pregara con gli atleti di tutta Italia. La partenza e' stata suggellata dalle note dell’Inno d’Italia cantato da un coro regionale (e' stata l'ultima grande manifestazione a ricordare i 150 anni dell’Unita' d'Italia con la città di Torino ex capitale). Alle 9.30 puntuali si parte: il serpentone colorato si avvia con,gli atleti africani ovviamente in prima fila affiancati dai campioni nazionali. I primi km della gara sono percorsi dentro la città sabauda, rallegrata dal vociare felice della massa runner ancora compatta. I larghi viali di Torino ci consentono di affrontare una corsa iniziale senza i soliti restringimenti ed i pericolosi rischi di cadute. Mi metto dietro il pacemaker che correrà con un ritmo finale delle 3h 30, sperando di poterlo passare e lasciarlo dietro a fine gara. Tutta la maratona è accompagnata da batteristi in formato band oppure molti singoli, tra cui, tanti ragazzini a ritmare i km con la loro musica e, a darci la carica per poter proseguire. Dopo 5 km circa s'incomincia a percorrrere la periferia di Torino. Dopo oltre una decina km ci troviamo in aperta campagna dove il serpentone variopinto dei runner corre nella campagna immersa nella nebbia che offre una suggestiva atmosfera in mezzo alla quale gli unici rumori che sentiamo sono i passi ritmati degli atleti.La mezza maratona si avvicina e con essa, la stanchezza dei 21 km. La nebbia nasconde i paesi che incroceremo e, soprattutto, il lungo falso piano che "spezzerà le gambe" quasi a tutti. Si arriva alla mezza in quel di Orbassano, con il mio personale di 1h44'. Sino a quel punto nessun problema particolare e gruppo compatto (mi colpisce un atleta russo con metà del corpo semi paralizzato, che con corsa atipica e sofferente, va avanti per i suoi km..da applaudire passo dopo passo). Appena superato il traguardo della mezza, incomincia il falsopiano di circa 7 km che attraversa la cittadina di Rivalta. In breve si denota come la "massa quasi compatta"dei runner si fa pian piano disomogenea spezzandosi in vari gruppi di atleti. La salita lunga e senza respiro, spezza ritmi e gambe di quasi tutti i partecipanti. Per me, che non ero al corrente di questo tratto, e' stata una doccia fredda che mi ha davvero rallentato e demoralizzato. Sono questi i momenti in cui dici a te stesso: -Ma chi me l’ ha fatto fare? Mai piu! Questa e’ l’ultima maratona che faccio! E cosi' via. Le gambe pesanti e il fiato corto mi mettono alla prova, mi fanno pensare a chi corre i 100 km ed a chi non c’è più, come il nostro amico, il grande Efisio Deidda. Finalmente al 28km circa, all'uscita dalla città di Rivoli, s'intravede la fine di questo falsopiano (che ha costretto al ritiro molti runner). La strada ritorna pianeggiante e ci si trova a breve nell'entrata di Torino, a percorrere quasi gli 8 km di Corso Francia. Vedo un enorme vialone che mi fà recuperare ritmo e buon umore. Non guardo l'orologio dal 21° km, essendomi demoralizzato dalla salita; mi rendo conto che i famoso “muro” dei 32 o 33km non mi si presenta ed anzi, il ritmo aumenta e, mi sento finalmente in piena forma. Recupero tanti atleti, sorrido al pubblico che incita, ringrazio il sole che riscalda i nostri corpi sotto sforzo. Percorro circa 10 km con un andamento costante di ripresa, anche se sento sempre il crampo in agguato,ma oramai niente potrebbe fermarmi tanto sono carico di adrenalina. Solo al 39°km mi incuriosisco e guardo orologio; il brutto tempo parziale che credevo aver raggiunto si dimostra errato. La lunga ripresa, il recupero dei 9km mi hanno fatto rimettere in carreggiata per un eventuale tempo di chiusura gara di 3h30. Da qui sino alla fine dei 42km, metto (se possibile) una marcia in più e aumento ritmo. Il centro di Torino e' meraviglioso nella sua ricchezza di storia; le persone che ti incoraggiano festosamente, danno quel qualcosa in più che ti fa andare ancora veloce. Gli ultimi 500 metri prima dell'arrivo sono un provvidenziale allungo che mi permette di recuperare decine di atleti. In cuor mio spero di toccare 3h30,ma alla fine la mia rincorsa e' vana! Termino la gara in 3h31' in quel di Piazza Castello, con i complimenti di un fotografo di Nuoro che mi strappa un sorriso. Sono esausto ma contento! Anche questa volta, con preparazione “solitaria ed atipica” sono riuscito a concludere decentemente la mia ennesima maratona. Già dal lunedì successivo ho iniziato a pensare a quale altra impresa dedicarmi; questa volta però in compagnia dei miei amici runner della Polisportiva e non in Solitary Marathon…

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