Extreme Marathon Survival 2013

Roberto PUDDINU - Martedì 18 Giugno 2013 16:05


Si è svolta domenica 9 Giugno 2013 a Cagliari la seconda edizione della Extreme Marathon Survival, con un percorso suggestivo e ricco di difficoltà ed insidie, che ha impegnato i circa 150 partecipanti, dal 1° all’ ultimo chilometro di gara. Roberto Zanda, organizzatore dell’ evento ha disegnato un percorso divertente e impegnativo, che ha toccato i punti più suggestivi della sella del diavolo e della spiaggia del Poetto, nella quale i partecipanti si sono dovuti esibire in una vera corsa ad ostacoli, cosa che ha creato tanto divertimento e qualche difficoltà soprattutto nel gentil sesso. La nostra rappresentanza si presentava poco numerosa, ma molto motivata, con Sandro Piras, Stefania Salis e Roberto Puddinu in rigoroso ordine alfabetico. Lo start arrivava puntuale alle 10 al campo Coni, non prima di alcune dovute informazioni da parte degli organizzatori e dei giudici di gara, con qualche sconcerto da parte nostra nel vedere la partenza nel bel mezzo di una gara di marcia. La temperatura è alta il sole picchia forte, e non tira un alito di vento, guardiamo le nostre piccole borraccette attaccate alla cintura e pensiamo che presto correremo molto più leggeri, di slancio percorriamo la pista di atletica, il ponte sul canale che ci riporta ai fasti di un lontano passato fatto di cuscini rossoblu, radioline a transistor e schedine sbagliate. Dopo gli ultimi scalini del ponte finalmente si corre, una larga striscia di asfalto tutta per noi, il ritmo sale e per fortuna anche il vento. Ci lasciamo alle spalle lo stadio S. Elia e ci inoltriamo nel quartiere, con i suoi palazzi, la sua gente il suo mercato che ci inghiottono come d’ incanto, il passaggio all’ interno del mercato stracolmo di persone con le buste piene di pesci , e gli sguardi increduli ci riempiono di gioia e di timore, ci faranno passare, ci offriranno della frutta fresca, ci prenderanno per il naso, o ci applaudiranno? Riusciamo a superare indenni il quartiere di S. Elia ed iniziamo la salita verso il fortino di S. Ignazio, al mio fianco Stefania, e molto più avanti Sandro che riusciremo ad incrociare solo una volta prima dell’ arrivo, nei pressi del faro di S.Elia dove il percorso andava rifatto in senso inverso. Cominciano le prime difficoltà legate sia alla pendenza del percorso, ma soprattutto alla qualità del fondo che più che sterrato si presenta spietato, non sappiamo proprio dove mettere i piedi. Lo splendido panorama che si gode da quelle colline ci fa dimenticare lo sforzo e tutte le difficoltà incontrate, da una parte lo splendido mare, dall’ altra le colline e la città sullo sfondo, verrebbe voglia di fermarsi a contemplare le bellezze, ma Stefania mi rammenta il vero motivo per cui siamo arrivati qua e si riparte. La discesa verso Calamosca è piacevole, un pezzo di asfalto permette alle gambe di riprendere un buon ritmo, ma proprio allora riprende lo sterrato nella zona militare, e poi di nuovo l’ asfalto di fronte all’ albergo di Calamosca a ridarci vigore. Poi ci inoltriamo nel pezzo più impegnativo che ci porterà nella parte più alta della sella del diavolo, in un sentiero ripido e tortuoso dove nel bel mezzo del cammino troviamo proprio lui, il mitico massiccione che nella sua classica divisa africana ci incita ad andare avanti e non mollare. Superiamo anche questa insidia di slancio e col cuore in gola ci tuffiamo nella discesa della sella, la pendenza è impressionante si raggiunge il 30 % cosi decidiamo di non rischiare e rallentiamo il ritmo, l' ideale per godere dello splendido panorama della spiaggia dei centomila e del suo porticciolo. Riprendiamo un buon ritmo sul tratto rettilineo di asfalto sino al vecchio ospedale marino, dove con la sabbia sopra le caviglie affrontiamo gli ultimi 2,5 km tutti sulla sabbia asciutta e con diversi salti degli ostacoli che non sono altro che le recinzioni dei vari stabilimenti balneari, alcune aperte, altre da superare di slancio, altre ancora da affrontare in arrampicata libera, con grande piacere soprattutto di Stefania. Resta il tempo di un breve sprint finale nel tratto che porta all' anfiteatro di Marina Piccola, dove è sistemato il nastro di arrivo. Poi resta la soddisfazione della bella gara, i complimenti fatti e ricevuti dagli amici, un gran plauso va a Sandro Piras che si è guadagnato la seconda posizione assoluta, su un percorso molto tecnico, difficile e rischiando tanto le proprie gambe, gran bella prestazione la sua come quella di Stefania, che pur debilitata dagli antibiotici è riuscita a piazzarsi al qurto posto tra le donne, io mi sono fatto una bella passeggiata, ho trascorso una bella mattinata tra amici ed una natura splendida, una gran bella esperienza che spero di ripetere il prossimo anno. Dobbiamo purtroppo rilevare che anche in questa competizione ci sono stati dei problemi relativi alla spunta degli atleti all' arrivo, i giudici della Fidal hanno dimenticato più di un numero al traguardo, a farne le spese anche Stefania Salis che non risultava arrivata secondo i primi conteggi, la classifica ufficiale le restituisce il 4° posto femminile assoluto e il 2° di categoria che le spettava di diritto.

Classifica Generale